A Siracusa, nell'ambito dello sciopero generale dei sindacati di base
Presidio al petrolchimico Lukoil: “Vogliamo la pace e il lavoro, non pagheremo noi il prezzo delle loro guerre!”
Il PMLI partecipa e contribuisce anche alla diffusione del volantino unitario

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Indetta da Confederazione Cobas Siracusa, Cobas Scuola Siracusa, Siracusa Ribelle, PRC Siracusa, PCI Siracusa e a cui hanno aderito Cobas Catania, USB Catania, PMLI Catania, PCL Catania, PRC Catania, No WAR Catania e altre realtà, il 20 maggio nell'ambito dello sciopero generale dei sindacati di base si è svolta a Siracusa una giornata di mobilitazione con la parola d'ordine “Vogliamo la pace e il lavoro, non pagheremo noi il prezzo delle loro guerre!” articolata in due momenti: un presidio con volantinaggio davanti all’ingresso degli impianti Lukoil a Priolo e nel pomeriggio un presidio in Piazza Archimede di fronte alla Prefettura.
Il PMLI assieme a un coordinamento di partiti e associazioni "Costruire l'alternativa" ha partecipato allo sciopero con spirito unitario e con un documento in cui si invita a lottare contro "il peggior governo, il governo dei peggiori! Un governo, quello guidato dal banchiere Draghi, frutto di manovre di palazzo che ha deciso di portare il paese in guerra, calpestando l'art. 11 della nostra Costituzione”.
Questa mobilitazione ha voluto portare al centro dell'attenzione la situazione di Siracusa e provincia: ossia il rischio di perdere diecimila posti di lavoro che ruotano attorno alle raffinerie Lukoil di Priolo a causa della guerra di aggressione della Russia all'Ucraina.
Quella di Priolo Gargallo è la raffineria di petrolio più grande dell'intero polo petrolchimico, legata a doppio filo direttamente con Mosca. Lo stop al greggio russo potrebbe significare, per l'azienda, il fermo dello stabilimento a tempo indeterminato. Con conseguenze occupazionali che fanno preoccupare un'intera provincia siciliana. Alla Isab-Lukoil, due sedi collegate da un oleodotto, una banchina per l'attracco diretto delle petroliere, chilometri di tubi dentro ai quali passa, secondo i dati dei sindacati, il 22% del greggio che alimenta l'Italia intera. "Si è innescato un meccanismo dove le banche non fanno più credito a Lukoil - sostiene Roberto Alosi Segretario generale della Camera del lavoro Aretusea – e l'unico ente rimasto a farci credito è Mosca".
I promotori nella piattaforma di mobilitazione rivendicano: “- che il governo italiano si dissoci dalle politiche guerrafondaie di Unione europea e Nato; - la sicurezza degli impianti esistenti e la riduzione dell'inquinamento in vista di una riconversione e della fuoriuscita dal fossile; - che coi soldi delle spese militari si finanziono investimenti in nuove tecnologie ecosostenibile e operazioni di bonifica e mitigazione dell'impatto paesaggistico; - veri e tangibili controlli delle emissioni convogliate e fuggitive; - fuori lo sfruttamento, la precarietà, le agenzie interinali e l'incertezza dalla zona industriale serve una seria clausola sociale ; - pari logistica e servizi per tutti i lavoratori diretti e dell'indotto”.
Il PMLI ha partecipato con la Cellula “Stalin” della provincia di Catania assieme ad amici del Partito portando la solidarietà di classe agli operai della Lukoil per il lavoro prima di tutto. I compagni, assieme a tutte le altre forze promotrici, hanno distribuito (dalla porta centrale dello stabilimento al fine turno delle 12) il volantino unitario "Sosteniamo lo sciopero del 20 maggio, cacciamo Draghi. Costruiamo l'Alternativa". Il volantino è stato accettato con interesse. Alla nostra richiesta di dirci qualcosa sull'embargo e sui ritmi di lavoro i lavoratori hanno risposto che attualmente il greggio arriva e si lavora, altri tipi di problemi c'erano prima e ci sono attualmente, legati all'ambiente e al mercato globale, potenzialmente, “siamo precari”.
I nostri compagni, oltre alla bandiera del Partito, portavano il “corpetto” con i manifesti "Proletariato al potere. Socialismo. Lavoro. Contro licenziamenti e delocalizzazione. Cacciamo Draghi. Isolare l'aggressore russo", "Fuori Russia USA e Nato dall'Ucraina - Ucraina libera, indipendente, sovrana e integrale. L'Italia esca da Nato e UE e rompa le relazioni diplomatiche economiche e commerciali con la Russia”, attirando l'attenzione degli operai.
Tanti i dialoghi volanti coi lavoratori nonostante fossero stanchi e a fine turno, ma che hanno apprezzato la presenza unitaria delle diverse formazioni di partiti e sindacali tutti in difesa della classe operaia.
Poi il presidio in piazza Archimede, sotto la prefettura di Siracusa, a cui hanno partecipato con interesse lavoratrici e lavoratori e giovani studenti. In piazza spiccavano le varie bandiere e striscioni dei promotori e delle associazioni che hanno aderito, tra cui la nostra. Nei vari interventi si è tornati a ribadire le tematiche di questa giornata di lotta e delle problematiche del petrolchimico di Priolo. Il compagno Sesto Schembri è intervenuto per il PMLI leggendo parte del volantino unitario "Cacciamo Draghi. Costruiamo L'Alternativa".

25 maggio 2022